
Associazione Volontaria per la Pace
FONTI DI PACE
Progetti di Sostegno alle Popolazioni Disagiate
Gaza, la tregua iniziata il 19 gennaio scorso non sta portando benefici alla popolazione civile. L’accordo prevedeva l'ingresso di aiuti umanitari nel territorio devastato da oltre 15 mesi di aggressione. Dal 2 marzo scorso Israele ha bloccato i convogli di aiuti umanitari per fare pressione sul movimento di Hamas affinché liberi tutti gli ostaggi, aiuti che comunque dalla dichiarata tregua entravano in misura ridotta rispetto alle necessità.
Intanto a Gaza si continua a morire per fame e freddo e i più colpiti restano i bambini. Pesavano meno di due chili, tre dei cinque neonati morti a Gaza nei giorni scorsi. Sono stati uccisi dal gelo e per la mancanza di adeguati ripari. Le tende sono inzuppate d’acqua e non c’è possibilità di scaldarsi. Le casette mobili e altre tende che dovevano arrivare a Gaza sono bloccate ai valichi. E così i generi alimentari, acqua, farmaci, carburante.
Dal 18 marzo scorso Israele ha ripreso pesanti attacchi su tutta la striscia, interrompendo una tregua che tuttavia mai era iniziata. Nelle ultime 48 ore si contano oltre 478 martiri di cui 174 sono bambini. Il genocidio continua. Hamas ha ribadito la sua richiesta di ritiro dell'esercito israeliano dal sud di Gaza e da tutta la striscia e ha dichiarato: "se l'occupazione riprende le sue aggressioni, non avremo altra scelta che difendere il nostro popolo”.
Il blocco degli aiuti umanitari è un crimine di guerra . “Il diritto umanitario internazionale è molto chiaro: Israele deve garantire l’accesso agli aiuti vitali ed essenziali”, ha affermato nei giorni scorsi Thomas Fletcher, responsabile degli affari umanitari delle Nazioni Unite.
Stiamo assistendo, nel silenzio della comunità internazionale, alla pulizia etnica del popolo Palestinese. Ma una grande e orgogliosa risposta ce la danno donne, uomini, e bambini che nella sofferenza e nelle privazioni hanno rafforzato la loro quotidiana Resistenza gestendo le continue violenze e contemporaneamente mantenendo un atteggiamento di sfida all'oppressione.
Un esempio è il ritorno nei governatorati a nord di Gaza di tante famiglie sfollate, compreso il personale educativo che segue il progetto della “scuola tenda”.
Lo scorso mese di febbraio il progetto educativo a Deir Balah era stato temporaneamente sospeso. La nuova situazione ha reso infatti necessario verificare l’elenco dei bambini, che seguendo le famiglie sono tornati tra le macerie delle loro case nel nord della striscia e sulla base della nuova collocazione delle famiglie riadattare il progetto. Questo ha comportato lo spostamento delle attrezzature acquistate quali lavagne, banchi e tappeti per allestire un nuovo spazio educativo.
Nel campo profughi di Shaty, governatorato di Gaza City, i nostri collaboratori locali hanno trovato un immobile parzialmente danneggiato, ma che con accurata pulizia e sistemazione è stato reso utilizzabile, in allegato foto. Hanno registrato 40 bambini di età compresa tra gli 8 e 12 anni, alcuni casi sono nuovi. Il 3 marzo scorso sono ripresi gli insegnamenti di arabo, inglese, matematica e disegno, attività che erano state sospese per circa 15 giorni.
Oggi il team degli insegnanti è in grado di garantire quattro giorni di lezioni alla settimana. Sono stati forniti materiali didattici, quaderni , penne e colori. Nonostante queste sfide e in mezzo alle avversità, il team di insegnanti e collaboratori rimane impegnato e determinato a garantire l' istruzione ai bambini.
Il nostro partner locale ci ha comunicato che, quale conseguenza della ripresa dei bombardamenti su tutta la striscia di Gaza, le lezioni sono momentaneamente sospese.
Agli inizi del mese di febbraio, le forze israeliane di occupazione hanno smantellato le loro postazioni militari e hanno ritirato i carri armati dal corridoio Netzarim sulla via Salah al Din, permettendo ai veicoli di passare in entrambe le direzioni. Pur nella consapevolezza della distruzione profonda delle strutture, infrastrutture, scuole, università, ospedali oltre 600 mila palestinesi hanno lasciato i luoghi di sfollamento del centro-sud della striscia di Gaza per tornare nelle loro case. Tra le macerie, bombe inesplose, cadaveri ancora da recuperare per una degna sepoltura, le famiglie di palestinesi sono tornati a casa consapevoli delle difficoltà che dovranno affrontare, ma certi che lì vogliono restare.
Il nostro partner nella striscia di Gaza, Social Media Club Palestine è riuscito a spostarsi nel Nord della striscia di Gaza.
Con i contributi dei donatori di Fonti di Pace sono stati acquistati e distribuiti pacchi viveri a 125 famiglie in varie aree del Nord di Gaza.
Report dettagli sulla distribuzione:
125 pacchi alimentari contenenti verdura fresche e pollo.
La distribuzione è stata effettuata in diverse aree nel nord di Gaza: Shaty Camp, Shekh Redwan Square, Al Nasser Square, Beit Hanoun, Jabalia Camp con punti di distribuzione designati per garantire la consegna sicura dei pacchi ai beneficiari. È stato effettuato un coordinamento preventivo-conoscitivo per facilitare la consegna; tuttavia abbiamo dovuto affrontare diverse sfide che hanno reso difficile le fasi di distribuzione. La scelta delle località di intervento si è basata sia sulla presenza di famiglie sfollate nell’ultimo mese dal centro-sud al nord della striscia, ma soprattutto abbiamo cercato di raggiungere le famiglie che negli ultimi 16 mesi erano rimaste nei governatorati del nord di Gaza.
Sfide:
Difficoltà negli spostamenti a causa delle strade distrutte e per la presenza di macerie e bombe inesplose che hanno rallentato il processo di distribuzione e in taluni casi reso difficoltoso l'accesso ad alcune aree.
Il prezzo del gasolio ha raggiunto i 40 shekel al litro, determinando un aumento delle spese logistiche per il trasporto dei pacchi alimentari. Per questo la distribuzione degli aiuti alimentari è stata limitata a 125 pacchi. Anche i costi per l’acquisto di generi alimentari restano alti.
Abbiamo incontrato situazioni di massima povertà, famiglie che da mesi sono sopravvissute nelle strutture Unrwa o tra le macerie in un contesto di distruzione totale.
Impatto:
Le famiglie beneficiarie hanno espresso la loro profonda gratitudine per l'assistenza alimentare che ha portato sollievo. Molte famiglie si trovano ad affrontare una grave carenza di cibo, acqua, coperte, materassi, vestiario. Questo intervento ha contribuito ad alleviare le loro difficoltà quotidiane, tenuto conto che le famiglie non hanno disponibilità economica per garantirsi i beni di prima necessità.
Conclusione:
Nonostante le difficoltà l’associazione Social Media Club Palestine ha consegnato con successo pacchi alimentari a 125 famiglie bisognose nel nord di Gaza, riaffermando il proprio impegno nel fornire sostegno umanitario alla comunità palestinese che da oltre 15 mesi vive sotto i bombardamenti.
Lo scorso 31 ottobre si è concluso il progetto finanziato anche con 8X1000 Chiesa Valdese
"Intervento umanitario-emergenza. Soccorso feriti della striscia Gaza."
Grazie alla collaborazione del nostro partner locale Palestinian Medical Relief Society un team composto da medico generico, infermiera, riabilitatore e psicologa hanno preso in carico 418 feriti dimessi dall'ospedale El Nasser di Khan Yunis quando ancora avevano bisogno di cure.
Il team, non con poche difficoltà sotto attacchi armati e strade distrutte, per 5 mesi ha visitato i feriti nei luoghi dove erano sfollati, tendopoli, scuole Unrwa e tra le macerie delle case bombardate.
Piccoli obiettivi sono stati raggiunti: il riabilitatore è riuscito a rafforzare e migliorare i movimenti del paziente; la psicologa ha portato un fondamentale supporto soprattutto ai bambini, ridando stimoli e fiducia e aiuto ad affrontare la paura. L’infermiera ha fatto un lavoro essenziale: le prestazioni erogate hanno in alcuni casi salvato i feriti da possibili infezioni, stante le pessime condizioni igieniche in cui sono costretti a vivere. Il medico generico si è preso cura sia dello stato generale dei feriti, ma anche dei famigliari che spesso sono malati cronici. Ha curato le malattie “di stagione”, ma anche patologie che si sviluppano nel vivere in promiscuità. Soprattutto ha curato malattie contagiose della pelle, infezioni intestinali e tanto altro. Il progetto ha mantenuto l’obiettivo non solo di curare il fisico, ma cercare di portare benessere fisico, mentale e sociale.
Complessivamente sono state erogate 2.745 prestazioni.
Durante il mese di settembre il team del nostro partner locale Palestinian Medical Relief Society ha fornito servizi a 382 feriti così suddivisi:163 maschi, 101 femmine sotto i 18 anni e 76 maschi, 42 femmine di età superiore ai 18 anni. Il numero totale di sessioni condotte è stato di 641.
Sono stati aperti 42 nuovi casi così categorizzati: pazienti di età inferiore a 18 anni: 16 maschi e 12 femmine; pazienti di età superiore a 18 anni: 11 maschi e 3 femmine.
E’ stata condotta una valutazione di questi casi, esaminando la natura e la qualità dei servizi di cui avevano bisogno, nonché il numero di prestazioni necessarie per ciascun caso specifico.
Il coordinatore del progetto ha evidenziato che ancora una volta sono i bambini e adolescenti che nel maggior numero dei casi vengono feriti.
Le ferite riportate molto spesso sono invalidanti, amputazioni di braccia o gambe.
Sono continuate con molte difficoltà le attività del team del Palestinian Medical Relief Society: assistenza sanitaria e preventiva, assistenza infermieristica, supporto psicologico e servizi di riabilitazione. Le prestazioni sono state svolte nei luoghi di sfollamento, tendopoli e scuole, nel Governatorato di Khan Yunis.
Alcuni feriti, sulla base della valutazione della loro condizione di salute, hanno ricevuto più prestazioni. Sono stati rilevati molti casi bisognosi di supporto psicologico.
Gli spostamenti sul territorio sono stati pericolosi causa gli improvvisi attacchi dell’esercito, sebbene le attività del Team siano coordinate con l’O.M.S. che tiene i contatti con le autorità israeliane.
Per i casi che richiedevano servizi quotidiani, come la medicazione delle ferite, sono state fornite garze mediche, disinfettanti.
Grazie ai sostegni finanziari arrivati sono stati acquistati materiali sanitari per far fronte alle cure: garze, disinfettanti, pomate, antibiotici.
Le condizioni di vita degli sfollati sono difficili, senza acqua e servizi igienici per migliaia di persone che vivono nelle tendopoli e scuole.
Molti pazienti hanno mostrato miglioramenti significativi e risposte positive ai piani di trattamento infermieristico e di riabilitazione attribuibili anche alla costante e meticolosa assistenza.
Uno di questi pazienti è M. Q., che soffriva di gravi infezioni alla schiena e alla gamba destra a causa delle ferite riportate.
Un altro caso è H. A. K., un ragazzo di 12 anni che ha avuto l’amputazione della gamba sinistra. Nel corso dell’attacco ha perso due fratellini. H. ha subito più di un intervento. Era stato dimesso dall’ospedale in tempi brevi quando ancora aveva necessità di cure. Quando è stato preso in carico le sue condizioni erano critiche.
Tuttavia, dopo tre mesi di assistenza e cure mediche è in grado di deambulare con un supporto. Anche psicologicamente riesce a sopportare il trauma e si prepara per frequentare un corso presso il campo scuola.
J. M., una ragazzina di 12 anni, vive presso la scuola Al-Mabhouh a Khan Younis. È rimasta ferita da schegge alla gamba. La bambina è psicologicamente fragile per questo oltre alla cure infermieristica è stato fatta assistenza psicologica per aiutarla a riconquistare fiducia in se stessa e rafforzare la sua resilienza.
S. I. U. è una bambina di 7 anni. Il 24 marzo 2024, mentre si trovava in una tenda nella zona sicura umanitaria di Al-Mawasi è stata colpita alla testa da un proiettile. Questa lesione ha provocato quadriplegia e grave debolezza in entrambe arti superiori ed inferiori. È diventata completamente dipendente dalla sua famiglia per svolgere tutte le attività della vita quotidiana.
S. inizialmente ha ricevuto cure mediche all'ospedale Nasser ed è stato stabilito che avrebbe avuto bisogno di cure all'estero dovute alla mancanza di risorse negli ospedali di Gaza.
A giugno con la sua presa in carico nel progetto sono state valutate le condizioni e con la famiglia identificati i punti di forza e di debolezza. Insieme abbiamo sviluppato un trattamento personalizzato e programmato visite di follow-up regolari. Ci siamo concentrati sul miglioramento e sviluppo delle funzioni motorie e stiamo aiutando S. a usare un deambulatore.
Riesce a muoversi sia all'interno che all'esterno della propria abitazione utilizzando il supporto. Questo progresso ha avuto un impatto molto positivo.
Come Movimento Culturale TEV-ÇAND, vorremmo ringraziare FLC-CGIL Milano e l’Associazione Fonti di Pace Odv., per il sostegno nella Siria Nord-est.
Siamo le persone che lottano per la democrazia in Rojava, nel nord e nell'est della Siria. Siamo curdi, arabi, armeni, assiri. Siamo yazidi, cristiani e abbiamo molte credenze religiose diverse. Stiamo lottando utilizzando l'Arte per costruire la democrazia. Siamo impegnati nel teatro, nella musica e nel cinema.
Con il sostegno di amici preziosi come voi, abbiamo realizzato il nostro progetto: teatro dei
bambini e le attività estive della scuola d'arte. Abbiamo ottenuto ottimi risultati. Abbiamo
trasformato il nostro lavoro in un film documentario, che vi consigliamo di vedere.
Continueremo a lavorare sull'arte. Crediamo che il mondo sarà più bello con l'arte. Più
vediamo la felicità sui volti dei bambini, dei giovani e delle famiglie, più sentiamo il significato
ed il valore dell'arte.
Avevamo chiesto il vostro sostegno per i bambini che erano stati costretti a migrare da Afrin a Shahba durante la guerra.
Shahba è un luogo in cui si trovano i campi profughi. È situato a 20 chilometri da Aleppo, in Siria. In questo campo si trovano famiglie che sono emigrate da molti luoghi, soprattutto da Afrin, a causa dei conflitti. Queste famiglie vivono con il sostegno e la protezione di alcune organizzazioni internazionali.
Molte
organizzazioni si sono impegnate per
garantire loro una vita stabile. Oltre agli aiuti
umanitari, donne e bambini sono stati
sostenuti anche attraverso iniziative
economiche, sociali, culturali e artistiche.
L'obiettivo era organizzare attività artistiche per i bambini. Tuttavia, proprio quando il lavoro stava per iniziare, è avvenuto l'ultimo attacco. Le famiglie e i bambini di Shahba hanno dovuto emigrare per la seconda volta. E sono venuti nelle zone in cui ci troviamo noi, ovvero il Nord e l'Est della Siria.
Sono stati costretti a partire. Erano mentalmente devastati. Avevano lasciato tutto. Non potevano nemmeno portare con sé un vestito. Con l'aiuto delle forze dell'SDF e della Coalizione internazionale, 121.000 persone sono state evacuate in sicurezza da quest'area, secondo la dichiarazione ufficiale.
Se fossero rimasti a Shahba, ci sarebbe stato
il rischio di un massacro. Erano arrivati in un
posto nuovo. Non avevano case, né effetti
personali, nulla. L'impatto psicologico di
essere sottoposti per la seconda volta ad
emigrare è stato molto pesante.
Tutte le persone hanno aperto le loro case a queste persone, dando loro coperte e materassi. Sono state montate tende per le strade, negli stadi. Tutti i luoghi e i centri compreso ai nostri centri culturali o luoghi con tetti chiusi sono stati aperti a queste famiglie. Possiamo dire che è nata una grande solidarietà sociale.
Anche i bambini con i quali stavamo facendo un lavoro artistico sono stati sottoposti a questa migrazione forzata insieme alle loro famiglie. Abbiamo aperto i nostri centri culturali a queste famiglie e a questi bambini temporaneamente, finché non abbiamo trovato una casa per loro.
Tutte le nostre unità culturali continuano a prendersi cura delle persone, soprattutto donne, bambini e anziani, con uno spirito di mobilitazione. Si distribuiscono pasti, ci si occupa dei problemi di salute, si cerca un lavoro e vengono ospitati.
La Siria è ancora molto complicata. I gruppi affiliati al governo turco stanno attaccando in
modo molto violento. Il nuovo regime siriano non si fida dei popoli, delle minoranze e delle
differenze e tratta i diritti delle donne, l'istruzione e le persone di religione diversa con
mancanza di rispetto e persino con aggressione. Ma nonostante questo, la gente resiste. Si
recano nelle aree in cui gli scontri sono intensi e organizzano azioni per prevenire gli attacchi.
Ad esempio, la maggior parte degli attacchi avviene intorno alla diga di Tishrin. C'è il rischio che la diga esploda a causa degli attacchi aerei. Se esplode, molte città, soprattutto Tapqa e Raqqa, potrebbero essere inondate. In questi attacchi decine di civili hanno perso la vita negli ultimi giorni, a causa degli attacchi dei droni. Abbiamo centinaia di feriti.
Stiamo lavorando per fare in modo che la gente viva in modo sano. Cerchiamo di curare le ferite della guerra con la cultura e l'arte e di fare una sorta di terapia.
Nel cantone di Cizre, la cui popolazione è quasi raddoppiata, cerchiamo di sostenere le
famiglie con varie attività indirizzate ai bambini. Gli effetti della guerra si riflettono chiaramente
nella vita. Le persone hanno paura di rimanere sole, si trovano in un pessimo stato emotivo.
Non gli mancano solamente i parenti perduti, ma anche l'albero del loro giardino, i loro amici,
le loro speranze, i loro beni, la loro terra, tutto, e si addolorano e piangono per l'assenza.
Per
più di 10 anni, nella guerra contro l'ISIS, hanno difeso la loro terra e il mondo contro un
pensiero e un'ideologia malvagia. Con la caduta del regime siriano, tutti si aspettano la
democrazia e, sebbene ci siano ancora rischi molto seri, nonostante tutto, guardano al domani
con speranza, vogliono un Medio Oriente democratico e pacifico e resistono per questo.
Abbiamo utilizzato il vostro sostegno per le necessità urgenti dovute a situazioni straordinarie. Siamo riusciti a riparare un luogo per uso come il centro di studio culturale dove si possa anche insegnare ai piccoli gruppi teatrali.
Abbiamo organizzato la festa di Capodanno per rallegrare tutti. Abbiamo soddisfatto le necessità urgenti delle famiglie con il poco che avevamo e, con il vostro aiuto, abbiamo fatto dei regali per rendere felici i bambini. Cerchiamo di fare in modo che la loro istruzione non venga interrotta nonostante tutto, inserendoli in attività culturali. Condividiamo con voi le fotografie che siamo riusciti a scattare.
Siamo in un processo straordinario e vogliamo sottolineare che abbiamo bisogno del vostro
sostegno più che mai. Grazie ancora per la vostra sensibilità e solidarietà.
Con affetto...
Comitato direttivo dei progetti di TEV-ÇAND
Gennaio 2025
I Progetti su cui stiamo lavorando - Puoi darci una mano anche tu!
Relazione conclusiva
Nel corso di 9 mesi di attività, gennaio-settembre 2023, il team del nostro partner Palestinian Medical Relief Society riabilitatore, fisioterapista, terapista occupazionale, psicologo si è preso cura di 117 persone con disabilità.
Prestazioni effettuate nel corso del progetto gennaio - settembre 2023:
Descrizione Servizio | Totale Erogati | |
---|---|---|
Riabilitazione | 1080 | |
Fisioterapia | 1236 | |
Terapia Occupazionale | 986 | |
Supporto psicologico a disabili e Caregivers | 961 |
Delle persone con disabilità, 117, alcune hanno usufruito di diverse tipologie di prestazione, a seconda delle necessità evidenziate.
Riabilitazione, risultati:
Durante il progetto 41 disabili hanno beneficiato delle prestazioni del Tecnico alla Riabilitazione. Nel corso di 9 mesi 32 disabili hanno riportato dei miglioramenti. Maggiore autonomia nei movimenti quali semplici spostamenti dalla carrozzina al letto; sicurezza nell'uso degli ausili messi a disposizione; raggiungimento di un equilibrio nella postura e coordinamento dei movimenti braccia, gambe.
Terapista Occupazionale, risultati:
Durante il progetto 37 disabili hanno beneficiato delle prestazioni del Terapista Occupazionale. Nel corso di 9 mesi per 23 disabili hanno riportato dei miglioramenti raggiungendo una parziale autonomia nelle attività quotidiane quali pettinarsi, mantenere l'igiene personale, mangiare, vestirsi e scrivere. L'attività del terapista occupazione è stata principalmente rivolta a stimolare l'attenzione del disabile, focalizzando sul coordinamento dei movimenti al fine di raggiungere l'autonoma per le piccole azioni quotidiane.
Fisioterapista, risultati:
Durante il progetto 55 disabili hanno beneficiato delle prestazioni del Fisioterapista. Nel corso dei 9 mesi per 33 disabili hanno riportato dei miglioramenti in particolare con un rafforzamento della massa muscolare. In generale le prestazioni volte al miglioramento e al mantenimento del corpo elastico e in equilibrio per permette di agire in autonomia.
Psicologa, risultati:
Durante il progetto 13 disabili hanno beneficiato di supporto psicologico individuale. Sono stati aiutati a costruire rapporti di confidenza, stimolare pensieri positivi, ridurre in taluni casi l'aggressività per un approccio positivo verso la comunità. Inoltre lo psicologo ha supportato 35 caregivers che hanno problemi di accettazione della condizione del disabile. Prestazioni volte a far acquisire fiducia alle caregivers, a gestire lo stress e i problemi derivanti dalle condizioni generali della famiglia, cercando anche di coinvolgere il coniuge nelle problematiche quotidiane.
Incontri di socialità:
Nel mese di settembre si è svolto l'ultimo incontro di socialità delle caregivers. Complessivamente nel corso del progetto sono stati 8 gli incontro con il coinvolgimento di 208 caregivers. Durante gli incontri i caregivers hanno potuto confrontarsi tra di loro, parlare dei loro problemi e della gestione del disabile, ricercando insieme le modalità e soluzioni per affrontare i momenti di difficoltà e stress. Per la partecipazione alle sessioni le caregivers hanno beneficiato del trasporto del Palestinian Medical Relief Society.
Ausili:
Gli ausili sono molto importanti per le persone disabili e sono considerati una parte dei servizi opfferti. Il loro uso molto spesso permette di superare le barriere architettoniche e di rendere la persona disabile più autonoma.
Nel corso del progetto sono stati distribuiti 75 ausili come da tabella qui sotto:
Specifiche Ausilio | Previsione Fornitura | Distribuiti | Da Distribuire | |
---|---|---|---|---|
Physiotherapy Ball | 6 | 3 | 0 | |
Ausilio verticale | 8 | 6 | 0 | Carrozzina per bambino | 15 | 15 | 0 | Carrozzina per adulto | 12 | 12 | 0 | Sedia WC con ruote | 6 | 6 | 0 | Nebulizzatore | 10 | 10 | 0 | Materassi antidecubito | 7 | 7 | 0 | Ausilio con ruote per bambino | 3 | 3 | 0 | Ausilio con ruote per adulto | 8 | 8 | 0 |
Il mese di settembre 2023 è stata l'ultima missione nella striscia di Gaza di chiusura del progetto. Ho partecipato alle attività-prestazioni sul territorio da parte del fisioterapista, tecnico riabilitazione, terapista occupazione e psicologo.
Questi servizi vengono fatti a domicilio causa la difficile condizione che impedisce alla persona disabile di andare al Centro di Riabilitazione del P.M.R.S. (C.B.R.) . Prestazioni che è possibile fare anche senza l'ausilio di attrezzature. Con il mezzo del P.M.R.S. ho raggiunto con gli operatori le abitazioni, spesso vicino al border e considerate quindi aree a maggior rischio. I diversi operatori sono ben accolti nelle famiglie e le prestazioni vengono eseguite con professionalità.
Presso il C.B.R. invece ho seguito l'ultimo incontro di socialità tra lo psicologo e le caregivers. Le caregivers hanno raggiunto il C.B.R. con il mezzo del P.M.R.S.. L'incontro molto partecipato e di armonia anche tra le caregivers che in diversi momenti si sono confrontate sui loro bisogni personali e sulle loro paure. Lo stimolo della psicologa al dialogo, al confronto sulle problematiche quotidiane e a prendersi cura di se stesse.
Chiudiamo riportando il desiderio espresso dalle caregivers nel corso dell'incontro: "auspichiamo che le attività possano riprendere presto, per evitare che i nostri famigliari disabili perdano i benefici acquisiti".
Purtroppo dopo l'attacco del 7 ottobre non sapremo quando e come potremo ritornare ai "nostri" bambini ed adulti con disabilità e portare loro sollievo.
Gentile FONTI DI PACE ODV
In qualità di rappresentanza del Movimento delle donne libere TJA (Tevgera Jinên Azad),
Vogliamo esprimere sincera gratitudine per il contributo di 1.300 €
per il sostegno alla stampa del libro "Mahpusta Kadin Olmak (Essere una donna in carcere) effettuato
da Fonti di Pace ODV con sede in Via R. Sanzio 21 Milano (CF: 97409660152)
La generosa donazione di Fonti di Pace è stata di notevole importanza nella stampa e così anche la divulgazione delle esperienze delle donne in carcere in Turchia.
Quasi ogni donna in Turchia purtroppo nella sua vita ha avuto a che fare con il carcere e ne potrebbe raccontare la storia. Esiste una realtà carceraria che ha toccato le emozioni e la vita di ogni donna.
Nel giugno 2022 abbiamo organizzato a Istanbul il workshop "Essere donna in carcere". Il nostro obiettivo era quello di portare all'ordine del giorno il problema delle donne in carcere, di creare una memoria e di condividerla con gli ambienti internazionali. Volevamo che le nostre voci, i nostri sentimenti e le nostre parole fossero strumentali per la solidarietà e a favore delle donne detenute.
Il libro "Essere una donna in carcere"; raccoglie i racconti delle prigioni dal passato al presente da parte delle donne detenute. Contiene le storie delle testimonianze della realtà carceraria negli anni '70, '80, '90 e 2000, quando la lotta di sinistra, di socialista e del popolo curdo fioriva, si rafforzava e si socializzava.
Il libro affronta anche le condizioni di essere detenuta nel carcere di Diyarbakır e parla anche delle violazioni dei diritti nelle carceri. Il volume è di 303 pagine con racconti delle 33 detenute come Figen Ekti, Fatoş Güney, Şadiye Manap, Gültan Kışanak, Rojbin Çetin, Hacer Özdemir, İlkay Demir, Neşe Erdilek, Şenal Sarıhan, Esra Çiftçi, Gülten Kaya, Ümit Efe, Nevin Berktaş, Zeliha Şalcı, Mizgin Aydın, Mürüvet Küçük, Çiğdem Mater, Diren Yurtsever, Fatoş İrven, Sibel Tekin, Yüksel Mutlu, Mevlüde Acar, Rahime Kesici Karakaş, Remziye Rüzgar, Serap Doğan, Ayşe Düzkan, Raziye Öztürk, Gülizar Tuncer, Ruken Gülağacı, Burcu Çelik, Gülseren Yoler, Nesrin Akgül, Nuray Çevirmen e Fince Akman.
La Resistenza di "Jin, Jiyan, Azadî", porti la speranza e un futuro pieno di lotte, in cui nessuno sia privato della libertà.
Inviamo una copia del libro stampato, con la speranza che un giorno lo possiate leggere nella vostra lingua. Cordiali Saluti Tevgera Jinên Azad (TJA)
Appello urgente di aiuto per le vittime del terremoto nel Kurdistan settentrionale e occidentale, in Turchia e in Siria
Nelle prime ore di questa mattina, un forte terremoto ha colpito il nord del Kurdistan (Turchia) e il Rojava/Siria settentrionale e orientale, provocando una catastrofe umanitaria. Il terremoto, di magnitudo 7,8, ha avuto l'epicentro vicino a Mereş (tr. Kahramanmaraş) e Dîlok (tr. Gaziantep), non lontano dal confine con la Siria, e ha causato migliaia di morti, distrutto migliaia di edifici e reso innumerevoli persone senza casa. Con migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie, si prevede che il numero delle vittime purtroppo aumenterà di molte volte.
Gli effetti di questo devastante terremoto sono aggravati dalla corruzione pervasiva che è stata istituzionalizzata durante i due decenni di governo di Recep Tayyip Erdogan e del suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP). Le nomine ai ministeri, tra cui il Ministero dell'Ambiente e dell'Urbanizzazione, e ad altri enti governativi sono determinate dal nepotismo e dalla fedeltà a Erdogan e all'AKP piuttosto che dal merito, e i progetti di costruzione, a lungo propagandati dallo Stato turco come simbolo del suo successo, sono assegnati a società con stretti rapporti con l'AKP.
È noto che la Turchia e il Kurdistan si trovano in una posizione precaria, vicino a importanti linee di faglia geologiche, che mettono la regione a rischio di forti terremoti. Un terremoto mortale di magnitudo simile ha colpito il Kurdistan meridionale e orientale (Iraq e Iran) nel novembre 2017 e aree della Turchia nell'agosto 1999. Tuttavia, non sono state adottate misure sufficienti per affrontare questo rischio consolidato, nonostante la presenza di aree urbane a crescente densità di popolazione e di due delle principali dighe della Turchia, situate a Riha (tr. Şanlıurfa) e Elazîz (tr. Elazığ), in tutto il Kurdistan settentrionale.
Le aree del Kurdistan settentrionale e della Turchia sono state devastate, con molti edifici crollati ad Amed (tr. Diyarbakir), a 300 km dall'epicentro, e il terremoto ha colpito anche le aree prevalentemente arabe di Hatay in Turchia.
A sud della Turchia, il Rojava/Siria settentrionale e orientale, una regione già colpita dalle continue campagne di aggressione e occupazione dello Stato turco, ha subito gravi perdite. Con centinaia di migliaia di sfollati in Siria a causa dell'aggressione militare turca, questo terribile terremoto nel cuore dell'inverno aggraverà la crisi umanitaria che colpisce i popoli della regione, tra cui curdi, arabi, cristiani e altri.
Il Congresso Nazionale del Kurdistan condivide il dolore di tutti coloro che hanno subito una perdita a causa di questa tragedia e invia le proprie condoglianze, augurando a tutti i feriti una pronta guarigione.
Sappiamo per esperienza che il regime di Erdogan affronterà questa catastrofe naturale in modo cinico e con forti pregiudizi anti-curdi, e chiediamo a tutti coloro che possono di ascoltare l'appello della Mezzaluna Rossa curda (Heyva Sor a Kurdistanê), che opera sul campo in Kurdistan, e di aiutare il più possibile per soccorrere le persone colpite da questa tragedia ed evitare che anch'esse cadano vittime dei calcoli politici del regime di Erdogan.
Consiglio esecutivo del KNK, 06.02.2023Nel corso della missione nella striscia di Gaza sono state monitorate le attività della Dental Clinic inserita nel Primary Health Care Clinic di El Burej e della Dental Clinic inserita nel Primary Heath Care Clinic in Shaty Camp.
Le due Dental Clinic sono state rinnovate, 2020 e 2022, grazie al contributo di donatori e alla sinergia tra le Associazioni Gazzella e Fonti di Pace:
Nel corso della missione, grazie al contributo dell'Associazione Fonti di Pace, sono stati acquistati materiali per le cure dentali.
A Gaza il 70% non ha un lavoro e curarsi o acquistare medicinali molto spesso è difficile.
L'accesso ai servizi pubblici delle Primary Health Care Clinic è l'unico riferimento per la popolazione di Gaza.
Il nostro contributo per sostenere e migliorare le prestazioni del servizio pubblico.
Gaza marzo 2023
Mensilmente circa 2.000 persone si rivolgono alla Primary Health Care Clinic di Shaty Camp per diverse prestazioni, e circa 600 utenti hanno bisogno di cure dentali. Il 70% sono bambini.
Quando abbiamo visitato nel 2019 la P.H.C.C. l'unita' dentistica era dotata di attrezzature obsolete, strumenti di scarsa qualita', carenza di materiali e medicine per la cura. Nel complesso l'unità dentistica non aveva i requisiti necessari per dare adeguata assistenza e cura.
Causa l'occupazione israeliana l'accesso alle cure mediche per i Palestinesi è completamente dipendente dagli aiuti umanitari.
Grazie al contributo delle Associazioni Fonti di Pace e Gazzella nel 2020 sono state acquistate attrezzature nuove quali la poltrona dentista, compressore, amalgamatore seggiola dentista e aiuto, autoclave e armadi per i materiali.
In questi anni abbiamo continuato a mantenere la fornitura minima di materiali per le cure dentali: anestesia, soluzione in polvere per otturazioni, disinfettanti e medicamenti per le terapie canalari.
Oggi possiamo dire che l'unità dentistica della P.H.C.C. di Shaty Camp garantisce la presa in carico di pazienti in sicurezza sanitaria.
Nel corso della visita il responsabile della Dental Clinin ha chiesto la fornitura di nuovi materiali per le cure dentali. Nei prossimi giorni procederemo con la fornitura di quanto richiesto.
Gaza ottobre 2023
Operare portando l'aiuto concreto e tangibile per le popolazioni del mondo prive dei basilari elementi di sostegno.
Installazione della struttura nel centro profughi di Ayasma, una baraccopoli che sorge alla periferia di Istanbul.
Asilo Nido nel villaggio di Tarqumia, che sorge a 20 chilometri a ovest di Hebron, con 16.000 abitanti.
Sostegno al progetto di gestione di una sala di ristorazione e vendita di oggetti di artigianato fatto interamente da donne a Nusaybin.
Sostenere il percorso di integrazione delle mamme straniere, a supporto del loro ruolo genitoriale.
Asilo a Bambi, piccolo villaggio nei pressi dell'Asmara e partecipazione al progetto alimentare per una alimentazione controllata dei bambini eritrei
Nelson Mandela